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Serge Lutens,il mago delle essenze. Dentro ogni suo profumo…una storia.

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” Un vero profumo è quello che sa parlare sia all’immaginazione sia all’olfatto” afferma Serge Lutens. Raffinato artista della bellezza, le sue creazioni sono considerate vere e proprie estasi olfattive. Vive a Marrachech da oltre 30 anni, una sorta di esilio volontario nel cuore della medina. Immaginiamo di trovarci in una casa, più che una dimora, un monumento alle capacità artigianali del Marocco. Un’enorme cripta, una tomba da faraoni costellata da piccoli ambienti nominati come le stanze domestiche, una sequenza intervallata dagli squarci di luce e dal rigoglio della vegetazione di tre splendidi corti. Il riad, la casa tipica marocchina, diventa una sacra rappresentazione. Lutens non abita qui, ma qui pensa e crea le sue fragranze come un demiurgo pronto a sfidare le invettive dell’Inquisizione.

Serge Lutens mixa sapientemente ingredienti, materie prime, spesso essenze rare, trovando mix inediti. Chiodi di garofano e gelsomino, miele bianco e muschio, origano, alloro e mirto accanto a resine prodotte naturalmente, ma anche cedro, sandalo, mandarino, noce moscata, cumino e fiori di garofano miscelati a petali di rose, vaniglia e cannella, tabacco dolce, aghi di pino, incenso, liquirizia.

Santal Majuscule . Albero di origine indiana, il sandalo (santalum album) ha radici che si nutrono della linfa delle piante circostanti, per questo è chiamato “albero vampiro”. Qui è accostato cacao amaro e rosa di Damasco. Il sandalo affonda in una trappola di velluto. Conoscete, invece, Nuit de Cellophane? Questa fragranza floreale fruttata evoca le donne che amano i mazzi di fiori e l’aria profumata di un giardino parigino, quando la città dorme.

nuit de cellophonae


Serge Lutens sceglie personalmente i nomi dei suoi profumi. Sono spesso legati alla sua storia personale, al suo vissuto. Come Le Participe Passè. Un tessuto che ricorda la scuola e le blouse d’antan, quelle con i bottoni di porcellana, ma anche le sottogonne dell’haute couture francese. Ama il nero e nella mia immaginazione il nero rappresenta la luce. Un colore rassicurante che sa proteggerlo, calmarlo. Ogni profumo per Serge Lutens deve poter raccontare o nascondere una storia. Deve toccare i meandri dell’animo umano come L’Haleine des Dieux, una fragranza determinata, prorompente. Tra le note l’ambra, pelle, cisto e pino balsamico ma anche muschi, cashmerane salvia fino ad un tocco di dolce vaniglia.

Questo mago delle essenze sembra apparirci difronte in questa grande casa-santuario, come un sacerdote dark: magro e vestito di nero, cammina appoggiandosi a un bastone. Siede su un tronetto tempestato di madreperla. La sacra rappresentazione sembra continuare anche nelle su fragranze. Nella Vierge de Fer, Lutens, crea queso mistero. Gli domandiamo: «In fondo, che cos’e’ il profumo? Risponde: “Un ponte tra le immagini e le parole». Il diavolo, probabilmente.

 

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